Un, due, tre… Turandot! – Opera baby

Un, due, tre… Turandot! – Opera baby

Opera baby è uno spettacolo musicale e sensoriale per bambini dai 6 ai 36 mesi rivolto alle famiglie e agli asili nido, collegato a percorsi di pedagogia del gioco e della musica per educatori e genitori.
L’ideazione musicale è tratta dall’opera originale, di cui risalta le arie ricorrenti per invitare all’ascolto.

L’edizione 2024 è liberamente ispirata a Turandot di Giacomo Puccini, in occasione delle celebrazioni dedicate al compositore per il centenario della sua morte, e debutta sabato 16 e domenica 17 marzo 2024 al Teatro Sociale di Como, con ben cinque recite per famiglie, vista la grande richiesta, sabato alle ore 15.30 e 17.00, mentre domenica alle ore 10.30, 15.30 e alle 17.00.

Un, due, tre… Turandot! è uno spettacolo sensoriale con la drammaturgia musicale di Anna Pedrazzini e la regia di Sara Zanobbio.
Opera baby si rivolge ai bambini in età prescolare, ancora in fasce. Un’età in cui recenti studi neuro-cognitivi dimostrano che la musica può avere un ruolo fondamentale nella crescita del bambino, delle sue capacità motorie, dell’apprendimento e dello sviluppo cognitivo.

Lo spettacolo con musica dal vivo (della durata di 40 minuti) vede in scena due performer che, come personaggi della fiaba musicale, hanno il compito di coinvolgere il pubblico in accompagnamenti alla musica e al canto tramite l’uso della voce e la percussione del corpo. L’ideazione musicale è tratta da un’opera lirica di cui vengono enfatizzati gli elementi chiave dello svolgimento e i motivi delle arie più celebri.

In scena un musicista e un performer: Calaf sarà Lorenzo Gatto / Samuele Migone (attori), mentre Turandot sarà Lila Perez Forte / Elisa Simonetto, chitarrista.

Il progetto propone una formazione per gli operatori. Il percorso di pedagogia e di avviamento alla musicalità è pensato per gli educatori della primissima infanzia, mentre sono fruibili anche per i genitori l’opuscolo con contenuti didattici speciali e l’area didattica online: letture, giochi, ascolti consigliati. Esclusivamente per i piccoli è l’attività laboratoriale nell’asilo nido, in cui pedagogisti e attori preparano i bambini con attività musicali. Opera baby si mostra in linea con gli altri progetti della piattaforma, producendo uno spettacolo musicale di alta qualità artistica, fruibile e partecipativo.

Main partner dell’edizione corrente di Opera baby è Chicco che ha deciso di sostenere questa iniziativa perchè in grado di regalare ai bambini stimoli positivi e preziosi per la loro crescita. Grazie a questo progetto, infatti, le famiglie e i bambini hanno l’opportunità di esplorare e vivere insieme l’esperienza della musica, dell’opera e del teatro come mezzi di espressione creativa.

Un, due, tre… Turandot!

liberamente ispirato a Turandot di Giacomo Puccini

Drammaturgia musicale Anna Pedrazzini

Calaf, attore               Lorenzo Gatto / Samuele Migone
Turandot, chitarrista Lila Perez Forte / Elisa Simonetto

Regia Sara Zanobbio
Scenografa Miria Mesiano

Scene e costumi Cantieri del Teatro – Como

Produzione AsLiCo 

Nuovo allestimento

 

Opera baby IX edizione (da 6 a 36 mesi)

Che grande montagna di scatole! Quante serrature, lacci e lucchetti… Cosa mai ci sarà nascosto lì dietro? Un piede… Due mani… Tre note musicali… Un occhio… Due labbra… Tre enigmi da sciogliere entro l’alba.

Sei lì dentro Turandot? Calaf ti sta cercando! Sei proprio sicura di non voler uscire? Guardale tue ali.

Il tuo bozzolo è solo un momento, un prima, che dopo diventerà farfalla. Non avere paura!

NOTE DI REGIA

di Sara Zanobbio Regista

 

Che grande montagna di scatole! Quante serrature, lacci e lucchetti… cosa mai ci sarà nascosto lì dietro? Un piede… due mani… tre note musicali… un occhio… due labbra… tre enigmi da sciogliere entro l’alba. Sei lì dentro Turandot? Calaf ti sta cercando. Sei proprio sicura di non voler uscire?

Turandot è un’opera dal forte impatto drammatico, complessa in tutti i suoi aspetti, una notte scura e prolungata nel tempo, come se l’alba non dovesse arrivare mai. È Turandot stessa l’artefice di questo ambiente, ne detta le regole e allo stesso tempo ne resta imprigionata.

Turandot, come amano fare tutti i bambini, si è costruita la sua tana. La tana è un luogo dal forte valore simbolico, che consente di tracciare un confine tra sé e gli altri e partecipa quindi al processo di costruzione dell’identità. La tana viene pensata, immaginata e realizzata; al suo interno si stabiliscono regole diverse da ciò che è fuori, è rifugio, cura e libertà di espressione. Il problema è che la nostra Turandot dalla sua tana non ha più nessuna intenzione di uscire. L’ha sigillata bene, ha impilato tante scatole e le ha riempite di serrature, lacci e lucchetti. Dentro si sente al sicuro, ma fuori? Ora si sente libera, ma dopo? Il cambiamento, la trasformazione, sono cose così misteriose che la fanno “arrabbiare di paura”. Una delle osservazioni che è possibile fare con i bambini, per esplorare la trasformazione, il passaggio tra il prima e il dopo, come il passaggio dal nido alla scuola dell’infanzia per esempio, sono le fasi di trasformazione dal bruco alla farfalla, passando attraverso il bozzolo. Questa tana-bozzolo riempirà la scena, grazie alla scenografia ideata e realizzata dalla pittrice Miria Mesiano, un tutto pieno e articolato, impreziosito di stoffe e decorazioni, che sembra non lasciare spazio al movimento.

Come farà allora Turandot a superare questa lunga notte e diventare una bellissima farfalla? È una fortuna che in questa storia ci sia anche Calaf: testardo almeno quanto Turandot, campione di enigmi e di incastri e capace, con la sua gentilezza e quel pizzico di coraggio, di lasciarle il tempo necessario. Uno dei passaggi più interessanti nella trama di questo capolavoro di Puccini è, a mio parere, il momento in cui Calaf incontra la paura di Turandot. Ha superato le prove, risolto gli enigmi, potrebbe dichiararsi vincitore eppure non vuole forzare la sua scelta. Le consegna la sua stessa vita e regalandole del tempo e dello spazio le permette di cambiare.

Penso al libro illustrato “La scatola” (testo di Isabella Paglia e illustrazioni di Paolo Proietti) che parla di quegli amici che sono capaci di aspettare, che restano accanto a una scatola di cui non conoscono il contenuto conservando la speranza che arriverà il momento giusto.

 

1…2…3… Guarda le tue ali Turandot. Il tuo bozzolo è solo un momento, un prima, che dopo diventerà farfalla. Non avere paura.

 

NOTE DI DRAMMATURGIA MUSICALE

di Anna Pedrazzini Pianista, insegnante e formatrice specializzata in pedagogia musicale

 

Un, due, tre… Turandot! è uno spettacolo che tiene la musica di Puccini al centro di ogni scelta drammaturgica. Sono i suoni a tirare le fila della narrazione, a muovere i protagonisti sulla scena e ad animare gli oggetti. Suoni leggeri e soavi, alcune volte, o più intensi e cupi, altre. Il racconto della tormentata principessa Turandot, difatti, non è affidato, come negli spettacoli Opera Education rivolti ai più grandi, alla sinergia tra linguaggio parlato e quello musicale, ma è in carico unicamente ai suoni, ai rumori e al silenzio. Non sentirete, però, intere arie o lunghi momenti strumentali di accompagnamento alla scena, perché godrete di brevi estratti vocali e strumentali che riusciranno, seppure nella sintesi, a introdurre voi e i vostri piccoli alla tinta e al cuore dello stile musicale di Puccini. Un colore talmente intenso e drammatico che andrà centellinato, per lasciare spazio, invece, alle tinte allegre, positive e scherzose delle musiche di Ping, Pang e Pong.

Turandot e Calaf si esprimeranno con un canto naturale, fatto di PA, BA, TU, DO, DOTTE… e altri suoni “neutri”, così che l’attenzione dei bambini vada sulle altezze dei suoni, e svilupperanno melodie e ritmi proposti in modo sempre diverso ed interessante. Due performer in scena che varranno, come minimo, per sei! Troverete un musicista strumentista che dovrà muoversi con agio nello spazio e si esprimerà col canto e un attore in grado di comunicare coi suoni e di cantare. Entrambi dovranno possedere anche un’altra dote davvero speciale: quella di saper guardare negli occhi il pubblico di bambini tanto piccini, seduti a terra a un tiro di sguardo da loro, e cogliere i loro commenti vocali, anche i più impercettibili, per trasformarli in occasioni di dialogo e variazione in musica.

Infine, il vostro contributo sarà prezioso: con gli accompagnamenti melodici e ritmici renderete lo spettacolo veramente partecipativo e coinvolgente, e contribuirete ad assicurare una pienezza musicale che stimolerà e accenderà l’interesse dei vostri bambini.

 

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