Il paese delle facce gonfie
Teatro Sociale di Como Via Bellini 3, Como, ItaliaUn monologo agrodolce per un evitabile disastro ambientale. Bignami si ispira ad uno dei più gravi incidenti ambientali della storia italiana.
Un monologo agrodolce per un evitabile disastro ambientale. Bignami si ispira ad uno dei più gravi incidenti ambientali della storia italiana.
Lo spettacolo prende spunto dalla morte di Plinio il Vecchio avvenuta nel 79 d.C., durante l’eruzione del Vesuvio che distrusse Ercolano e Pompei.
Grazie alla capacità di Odifreddi di coniugare l’umanesimo e la classicità con la scienza e la modernità, quello che sino a ora era stato un confronto a distanza durato millenni diventa un dialogo vivo e immediato tra tre grandi protagonisti della cultura occidentale.
Lettere dal Trovatore selezionate da Giuseppe Martini. Un viaggio in una delle opere più popolari di Verdi, attraverso le sue lettere: i dubbi sulla scelta del soggetto, la messa a punto del libretto, i problemi con i cantanti, diventano un piccolo thriller. E il finale è drammatico.
Accabadora è uno dei più bei romanzi di Michela Murgia nonché uno dei libri più letti in Italia negli ultimi anni (vincitore del Premio Campiello 2010). Il testo teatrale è scritto su richiesta della regista e da subito è diventato un monologo dal punto di vista di Maria, la figlia di Bonaria Urrai, l’accabadora di Soreni.
di Giulio Cavalli – Nello Scavo. Partendo dalle coraggiose inchieste di un reporter internazionale, prova a raccontare quella parte del mondo che ci illudiamo di conoscere e di poter giudicare guardando le immagini dei profughi mentre invece ci viene nascosta nel buio delle notizie non date.
In scena tutte le possibili infinite fasi di una relazione. Una storia d’amore raccontata con le leggi della fisica quantistica: tutto quello che può accadere, accade da qualche altra parte, e per ogni scelta ci sono mille altri mondi in cui si è scelto in maniera diversa.
Filippo Nigro porta in scena un racconto di autofiction nel tentativo di fornire alla madre un inventario di possibilità "per cui valga la pena vivere". La lista che ne esce è imprevedibile, emozionante e personalissima, fatta di episodi e aneddoti catturati al volo dal protagonista a margine di libri, scontrini e sottobicchieri del pub.
Lo spettacolo tratta della fine del mondo vista da svariate prospettive, tra le quali preponderante è quella di due giovani “scartati”, liquidati e messi all’angolo perché inutili. La fine del mondo è allora per loro quasi un’occasione di vendetta, una rivincita presa sull’indifferenza subita, il cambiamento è incarnato dall’annuncio profetico di questi due smaliziati apostoli under 30 che portano sulla scena con autoironia la rabbia di una generazione esclusa, così giovane e già così defunta.
Il tango delle capinere è l’approfondimento di uno studio, Ballarini, che apparteneva alla trilogia degli occhiali. È il componimento di un mosaico dei ricordi che rende sopportabile la solitudine di chi disgraziatamente sopravvive all’altro. Regia di Emma Dante