Spellbound Dance Company

Spellbound Dance Company

Parco Villa Olmo, Como
sabato, 2 luglio 2011 – ore 21.30

Carmina Burana

Direzione artistica
Mauro Astolfi

Danzatori
Sofia Barbiero, Giuliana Mele, Alessandra Chirulli
Maria Cossu, Marioenrico D’Angelo, Michelangelo Puglisi
Giacomo Todeschi, Marianna Ombrosi, Gaia Mattioli

Regia e coreografia
Mauro Astolfi

Assistente alle coreografie
Beatrice Bodini

Musiche
Karl Orff

Carmina Burana
Valentino Caracciolo

da Passione Medioevale
Antonio Vivaldi

da Dixit dominus

Disegno luci
Marco Policastro

Scenografie
Stefano Mazzola

Costumi
Sandro Ferrone, Roma
Halfon, Roma

Produzione
Spellbound dance Company

con il contributo di
Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento dello Spettacolo
Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Maiori

nell’ambito di
Grandi Eventi, Regione Campania

DAL CAOS ALL’ARMONIA
I Carmina Burana vennero ritrovati, numerosissimi (più di trecento componimenti di vario genere), in un manoscritto dell’abbazia di Benediktbeuren, da cui presero il nome. Vengono fatti risalire per la maggior parte al XIII secolo, quando non era troppo difficile, viaggiando per la Germania e la Sassonia, imbattersi nei goliardi (da cui il nome dato dalla tradizione italiana agli studenti universitari, che in realtà hanno poco o nulla da spartire con i loro omonimi medievali) o più propriamente clerici vagantes, letterati girovaghi studiosi della tradizione poetica greca e latina, cantori del vino, delle donne, del vagabondaggio e del gioco.
Poesia burlesca, impudente, sovversiva: si parla senza troppi veli del corpo e della sua quotidiana avventura, se ne esplicano con gioia le funzioni, non si guarda all’altrove. Tace il linguaggio della ratio, si dimentica il decorum e si osa persino irridere audacemente al divino con le cosiddette kontrafakturen, ossia travestimenti di inni e motivi religiosi in canti profani che suonano come parodia degli evangeli, delle formule di confessione e delle litanie. Eros, dunque, riassorbe thanatos, l’homo faber si trasforma in homo ludens. Venus me telo vulneravit / aureo, quod cor penetravit… (Venere mi ha colpito con una freccia d’oro, che mi è penetrata nel cuore): il corpo (a differenza di quello dei dannati nei Giudizi universali della pittura medievale che non conosce alcuna floridezza nella resurrezione, soltanto degradazione, pustole e infermità), non è mai detto animale, basso, ‘sozzo’, bensì viene innalzato, liberato e goduto, come nei versi di Ovidio, Marziale e Catullo.
Da questo curioso magma di scurrilità plebea e raffinatezza cortigiana, Mauro Astolfi trae – o per meglio dire, deduce in piena libertà, senza alcuna intenzione filologica – una coreografia tutta giocata tra ‘larghi’ e ‘sfrenatezze’, che agisce lo spazio quasi a volerlo contestare, divisa essenzialmente in tre momenti che scandiscono un crescendo liberatorio: si passa da una brutale aggressione sotto il cupo rombare della pioggia battente a una parte irriverente e grottesca che allude alle giullarate, per culminare infine nell’incendium cupiditatum, lo scatenamento delle passioni, che avviene nella taberna (qui anche – come spesso anticamente – bordello), luogo di appagamento degli istinti primari…
Due i simboli chiave di questo balletto, calati in un’atmosfera inquietantemente metafisica: un grande armadio (visto, si direbbe, con gli occhi dell’infanzia che tutto colorano di mistero) e una tavola. Il primo (in cui i corpi dei ballerini si vanno quasi a riporre come abiti frusti), luogo di memorie, di segreti di ‘scheletri’ ipocritamente celati; la seconda, altare sacrificale della terrena voluptas, imbandita di corpi esibiti come cibarie tentatrici (Gola e Lussuria, essendo due vizi capitali, sono figli della medesima cova).
Carmina burana, dunque, come temerario ‘grido’ del dissenziente che si pone di fronte all’infrazione senza soverchia paura e al tabù con il palese desiderio di infrangerlo, sfidando consapevolmente censure e anatemi, giocando a carte scoperte la quotidiana partita contro la morte, recuperando il caos di Pan attraverso l’armonia di Orfeo, accettando la realtà senza spiritualizzarla, magari sconfinando nella trivialità e nell’osceno. Non si aspettano futuri compensi, ma si vive nell’oggi, riconoscenti a divinità dal volto pagano che non minacciano castighi e non promettono compensi oltre ciò che può dare l’immediata contingenza: non dèi, ma più familiari demoni, da cui lasciarsi possedere e invasare, come Eros, il quale, a dire di Platone, «è un demone grande», e come tutto ciò che è demoniaco è «qualcosa di mezzo tra il dio e il mortale».

Riccardo Reim

MAURO ASTOLFI Coreografo
Uno degli autori contemporanei maggiormente rappresentativi sulla scena europea, è impegnato come coreografo e didatta a livello trasversale: ha costruito uno stile e un linguaggio gestuale originali e in costante rinnovamento, frutto di una personale elaborazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo. Dopo la lunga permanenza statunitense fonda nel 1994 la Spellbound dance Company come canale preferenziale per esprimere la sua personale concezione del linguaggio coreografico oggi. La compagnia, attualmente di punta nel mercato internazionale, ha da sempre coniugato la personale cifra coreografica di Astolfi con l’eccellenza tecnica degli interpreti esportando un modello di alto profilo e fortemente incentrato sulla qualità delle produzioni. Tra i principali lavori creati per Spellbound: Camouflage, Quattro-il disordine delle stagioni, Stati comunicanti, Duende, Nafas, Emotional Balance, Carmina Burana, fino ai più recenti Downshifting e Le quattro stagioni. I lavori di Spellbound, oltre che presenti in vari format televisivi firmati da Vittoria Cappelli e Vittoria Ottolenghi (Voci in una notte di mezza estate, Notte di duelli e di magia, Emozioni) sono sempre più richiesti nel mercato straniero, esportati fino ad ora con successo anche in Francia, Serbia, Thailandia, Spagna, Austria, Bielorussia, Croazia e Germania. Si inseriscono in questo percorso alcune commissioni e coproduzioni importanti: nel 2008 per Spellbound da parte della Biennale di Venezia con la creazione Don Giovanni – o il gioco di narciso e della Fondazione Picasso di Malaga in Spagna con la coreografia For Her. Nel 2004 è coreografo per Kitonb Extreme Theatre Company e nel 2005 è coreografo per Theatreschool di Amsterdam. Nel 2009 firma per il Balletto di Roma la produzione Libera risonanza. Nel 2010 è stato invitato a creare un nuovo lavoro per il Szegedi Kortárs Balett in Ungheria e nello stesso anno firma le coreografie per il musical I promessi sposi – Opera moderna con la regia di Michele Guardì. Nel 2011 è invitato in Germania dal Liepziger Ballet a coreografare una creazione originale per il progetto INTERSHOP dal titolo Hold me in this storm e negli Stati Uniti a Chicago per un nuovo lavoro per River North Chicago Dance Company in allestimento tra novembre e dicembre. Sempre nel 2011 è coreografo assieme alla coreografa israeliana Adi Salant (Direttrice Associata del Batsheva Dance Company) del progetto Danza e/è cultura un ponte tra Italia e Israele, promosso e patrocinato dal MIUR, Fondazione Flavio Vespasiano, Comune di Rieti.
Oltre all’attività di coreografo, è costantemente impegnato come guest teacher nei maggiori centri di danza di Tokyo, Parigi, Londra, New York, Zurigo, Stoccolma, Amsterdam, Los Angeles oltre che in numerose strutture italiane. Dall’ottobre 2009 è inoltre Direttore artistico del dipartimento modern-contemporaneo del Centro D.A.F. (Dance & Arts Faculty-Progetto Internazionale di Danza e Arti Performative) a Roma.

SPELLBOUND DANCE COMPANY
Nata a cavallo tra il 1994 e il 1995, fondata e diretta da Mauro Astolfi, la Spellbound dance Company rappresenta attualmente una delle maggiori espressioni della coreografia italiana. Forte di una cifra stilistica inconfondibile e di eccellenze in termini di qualità degli interpreti, la Compagnia si colloca oggi nella rosa delle proposte italiane maggiormente competitive sul piano dell’offerta culturale internazionale. Il palcoscenico della Spellbound, espressione libera di una danza che si offre al pubblico con un vocabolario in continua sperimentazione e geometrie sempre nuove, ha incantato le platee dei principali festival in Italia come in Spagna, Croazia, Serbia, Bielorussia, Germania, Austria, Francia e Thailandia e creato una factory culturale ormai esempio e punto di riferimento per diversi giovani coreografi emergenti. Gli anni delle principali produzioni sono certamente quelli dal 2001 in poi, con le creazioni Camouflage, Quattro-il disordine delle stagioni,Stati Comunicanti, Duende, Carmina Burana, Nafas, Emotional Balance. A suggellare questi primi quindici anni di vita della Compagnia le commissioni nel 2008 per la Biennale di Venezia con la creazione Don Giovanni o il gioco di narciso e per la Fondazione Picasso di Malaga in Spagna con la coreografia For Her, la presenza in settembre 2009 al prestigioso International Dance and Music Festival di Bangkok e nel 2010 dopo il debutto del recente Le quattro stagioni al Festival Le Temps D’Aimer a Biarritz, International Tanzmesse di Dusseldorf, Madrid en Danza a Madrid, International Festival of modern Choreography a Vitebsk, e a seguire nel 2011 APAP Conference di New York, Schritmacher Festival ad Aachen. Dal 2010 l’attività di Spellbound dance Company è rappresentata in Austria, Germania, Svizzera e Scandinavia da Cultur Partner e dal 2011 in Canada, Usa, Messico da Elsie Management.

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