sabato, 8 luglio 2023 – ore 21.30
PRIMI BALLERINI, SOLISTI E CORPO DI BALLO DEL TEATRO ALLA SCALA
Direttore Manuel Legris
Produzione Teatro alla Scala
Nuovo appuntamento del Festival Como Città della Musica all’Arena del Teatro Sociale.
Sabato 8 luglio alle ore 21.30 un’imperdibile serata con la grande danza: i primi ballerini, solisti e Corpo di ballo del Teatro alla Scala, sotto la direzione di Manuel Legris, si esibiranno in un programma che comprende brani ed estratti da titoli classici e moderni, per una soirée di altissima qualità.
“Siamo molto felici di ospitare di nuovo il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, che manca da Como da più di dieci anni, l’ultima volta è stato in occasione del Festival 2011, ancora a Villa Olmo. – dichiara Barbara Minghetti, Direttrice della programmazione – Inoltre, il Teatro Sociale di Como è particolarmente legato alla Scala e noto con l’appellativo di “Piccola Scala”, dal momento che ospitò numerosi spettacoli del Teatro milanese, dopo il bombardamento del 1943.”
Il Balletto della Scala porta a Como un programma che riunisce titoli di recente acquisizione, con le firme di William Forsythe, David Dawson, Patrick de Bana, Mauro Bigonzetti e lo stesso direttore del Ballo Manuel Legris e vedrà impegnati i primi ballerini, i solisti e gli artisti del Corpo di Ballo per i quali questi lavori sono stati riallestiti o creati.
Una Compagnia che si apre all’oggi ma mantiene viva la storia, in un programma che abbraccia, con brani ed estratti da titoli classici e moderni, la storia del balletto, la sensibilità del Novecento e la creatività contemporanea.
A partire da Verdi Suite la prima creazione di Manuel Legris per il Balletto della Scala, un divertissement in omaggio alla danza e alla musica italiana, e alla tecnica degli artisti scaligeri, sulle musiche che Giuseppe Verdi scrisse per le danze nelle sue opere; a Como viene presentato il passo a cinque, e vedrà in scena Alice Mariani, Maria Celeste Losa, Claudio Coviello, Nicola Del Freo, Federico Fresi.
Il fascino della musica barocca permea l’intensità di The labyrinth of solitude, assolo di grande forza espressiva creato da Patrick de Bana nel 2011 sulla Ciaccona in sol min. di Tomaso Antonio Vitali, qui interpretato da Domenico Di Cristo; saranno i colori forti, tipici del sud, a coinvolgere nel passo a due da Cantata, celebre coreografia di Mauro Bigonzetti che con gestualità passionale e viscerale rievoca una bellezza mediterranea e selvaggia – in scena Antonella Albano e Gioacchino Starace – per inscenare seduzione, passione, schermaglie, gelosia.
Nel febbraio di quest’anno i ballerini della Scala furono protagonisti di Anima Animus di David Dawson sul Violin Concerto n. 1 di Ezio Bosso, mai rappresentata prima in Italia: ricco mix di contrasti, presenti anche nella musica, con un linguaggio coreografico indaga lo spazio fluido tra estremi e opposti, tra virtuosismo tecnico e poesia, ispirato ai concetti di anima e animus della filosofia junghiana. A Como verrà presentato il passo a sei, con Alice Mariani, Martina Arduino, Marco Agostino, Nicola Del Freo, Mattia Semperboni e Christian Fagetti.
Si torna al grande repertorio, con Martina Arduino e Mattia Semperboni nel celeberrimo passo a due dal secondo atto da Le Corsaire, summa del grande virtuosismo e del lirismo di questo balletto, e per questo il brano più rappresentativo e più rappresentato nei gala di tutto il mondo.
In chiusura, le architetture coreografiche di William Forsythe in Blake Works (Excerpts) un estratto dalla produzione che ha destinato proprio ai ballerini scaligeri lo scorso maggio, coronamento di un progetto di esplorazione nel tessuto musicale di James Blake iniziato sette anni fa. In scena a Como, Alice Mariani, Camilla Cerulli, Linda Giubelli, Maria Celeste Losa, Giulia Lunardi, Marco Agostino, Domenico Di Cristo, Navrin Turnbull, Frank Aduca, Andrea Risso, Rinaldo Venuti.
Direttore Manuel Legris
VERDI SUITE
Passo a cinque
Coreografia Manuel Legris
Musica Giuseppe Verdi
Costumi Luisa Spinatelli
con Alice Mariani, Maria Celeste Losa, Claudio Coviello, Nicola Del Freo, Federico Fresi
CANTATA
Passo a due
Coreografia Mauro Bigonzetti
Musica Amerigo Ciervo (Serenata) Ed. Amerigo e Marcello Ciervo (iMusicalia)
voci Cristina Vetrone e Lorella Monti
con Antonella Albano, Gioacchino Starace
THE LABYRINTH OF SOLITUDE
Coreografia, scene e costumi Patrick de Bana
Musica Tomaso Antonio Vitali
con Domenico Di Cristo
ANIMA ANIMUS
Passo a sei
Coreografia David Dawson
Musica Ezio Bosso
Costumi Yumiko Takeshima
con Alice Mariani, Martina Arduino, Marco Agostino, Nicola Del Freo, Mattia Semperboni, Christian Fagetti
LE CORSAIRE
Passo a due dall’atto II
Coreografia Manuel Legris da Marius Petipa e altri
Musica Adolphe Adam e altri
Costumi Luisa Spinatelli
con Martina Arduino, Mattia Semperboni
BLAKE WORKS (Excerpts)
Coreografia, scene e costumi William Forsythe
Musiche James Blake
Luci Tanja Rühl sui disegni originali di Brandon Stirling Baker
con Alice Mariani, Camilla Cerulli, Linda Giubelli, Maria Celeste Losa, Giulia Lunardi, Marco Agostino, Domenico Di Cristo, Navrin Turnbull, Frank Aduca, Andrea Risso, Rinaldo Venuti
Musica su base registrata
Produzione Teatro alla Scala
BIOGRAFIA MANUEL LEGRIS Direttore
Nato a Parigi, ha studiato alla Scuola di Danza dell’Opéra ed è entrato nel Corpo di Ballo del Teatro nel 1980. Nel 1986 è stato nominato étoile da Rudolf Nureyev, all’epoca Direttore del Balletto dell’Opéra. Ha interpretato tutti i grandi ruoli del repertorio classico e di quello moderno. Nel maggio 2009 ha dato il suo addio all’Opéra come étoile con una rappresentazione dell’Onegin di John Cranko. Il suo repertorio all’Opéra Ballet comprendeva i ruoli da protagonista nei grandi balletti classici e in lavori di Frederick Ashton, George Balanchine, John Cranko, Nacho Duato, Mats Ek, Michail Fokin, Harald Lander, Serge Lifar, Kenneth MacMillan, Rudolf Nureyev, Roland Petit, Angelin Preljocaj, Jerome Robbins, Antony Tudor, Rudi van Dantzig e altri coreografi di rilievo.
Illustri coreografi hanno creato per lui: Twyla Tharp (Rules of the game), Pierre Lacotte (Paquita), Maurice Béjart (Arepo, Phrases de quatuor), Trisha Brown (O Złożony / O Composite) William Forsythe (In the Middle, Somewhat Elevated, Woundwork), Jiří Kylián (Doux Mensonges, Il faut qu’une porte), John Neumeier (Magnificat, Sylvia, Spring and Fall, Cinderella Story), Patrice Bart (Coppélia). Più recentemente si è esibito in Die Fledermaus a Pechino con il National Ballet of China e in Giappone e nel pas de deux dall’Onegin a Tokyo durante la serata di gala per il cinquantenario del Tokyo Ballet; inoltre ha danzato al Grand Theatre di Shanghai e a Vienna nel Nureyev Gala del 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016 e 2018 interpretando balletti di Roland Petit Petit, John Cranko, John Neumeier, Angelin Preljocaj e creazioni di Patrick De Bana.
È stato Direttore dello Staatsballett di Vienna nonché Direttore artistico dell’Accademia di danza della Staatsoper dal 2010 al 2020. A Vienna ha curato la ripresa coreografica della Sylphide di Pierre Lacotte e di diversi balletti di Nureyev: Il lago dei cigni, Lo schiaccianoci, Raymonda e Don Chisciotte, che ha poi ripreso anche per il National Ballet of China e per lo Hamburg Ballett. Nel marzo 2016 ha presentato alla Staatsoper il suo primo balletto a serata intera, Le Corsaire, che è stato successivamente portato in tournée al Teatro Real di Madrid e in Giappone ed è entrato nel repertorio anche del Teatro Nazionale Lituano di Opera e Balletto di Vilnius e del Balletto Nazionale Polacco di Varsavia. Nel 2018 firma per la Staatsoper la sua versione di Sylvia, nata in coproduzione con il Teatro alla Scala, dove verrà presentata nel dicembre 2019 come titolo inaugurale della Stagione di Balletto, ottenendo un grandissimo successo e il Premio Danza&Danza come migliore produzione classica dell’anno.
Dal dicembre 2020 è Direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, dove si è spesso esibito nel corso della sua carriera, a partire dal 1987, anno in cui ha interpretato il ruolo di Basilio nel Don Chisciotte di Rudolf Nureyev accanto a Elisabetta Armiato. Nel 1989 è stato James nella Sylphide di Pierre Lacotte con il Tokyo Ballet accanto a Monique Loudières. È stato protagonista della Bella addormentata di Nureyev (nel 1994 con Viviana Durante, poi con Alessandra Ferri nel 1995 in tournée a Tokyo e nel 1996 alla Scala) e dell’Histoire de Manon (nel 1994 e nel 1998), sempre con Alessandra Ferri, con la quale ha danzato anche Romeo e Giulietta di MacMillan (nel 1996 in tournée al Teatro Regio di Torino), Carmen e Notre Dame de Paris di Roland Petit (rispettivamente nel 2001 e nel 2002).
Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro al Concorso di Osaka (1984), il Premio Nijinsky (1988), il Benois de la Danse (1998), il Nijinsky Award (2000), il Prix Léonide Massine (2001); è Chevalier des Arts et Lettres dal 1993, Officier des Arts et Lettres dal 1998, Chevalier de l’Ordre National du Mérite dal 2002, Chevalier de la Légion d’honneur dal 2006, Commandeur des Arts et Lettres dal 2009. Nel 2016 ha ricevuto il premio del pubblico per la sua esibizione come Ulrich in un pas de deux da Die Fledermaus di Roland Petit, in occasione del gala del XV Festival Internazionale di Balletto “Dance Open” al Teatro Aleksandrinskij di San Pietroburgo.
IL BALLETTO DEL TEATRO ALLA SCALA
L’attuale Balletto del Teatro alla Scala vanta un passato glorioso le cui radici affondano nei secoli precedenti alla settecentesca inaugurazione, nel 1778, del più celebre Teatro musicale del mondo, che è tuttora la sua sede. Grandi coreografi, come Gasparo Angiolini e Salvatore Viganò, esercitarono un’influenza decisiva sul balletto europeo, prima ancora della fondazione, nel 1813, dell’Imperiale Regia Accademia di Ballo della Scala. Da qui Carlo Blasis, illustre didatta e teorico, immise il balletto nella temperie del Romanticismo, contribuendo all’innovazione tecnica del suo stile e al perfezionamento di un gruppo di stelle che a metà ‘800 invasero tutti i teatri d’Europa e d’America, come Carlotta Grisi, Fanny Cerrito, Sofia Fuoco, Lucile Grahn, Augusta Maywood e tante altre e altri ancora. Chiamato in Russia, ai Teatri Imperiali di San Pietroburgo, nel 1890, Enrico Cecchetti, altro grande didatta, vi proiettò l’insegnamento italiano della tecnica accademica e concorse enormemente alla crescita di allievi di cui bastano pochi nomi – Anna Pavlova, Michail Fokin, Tamara Karsavina e Vaslav Nijinskij – per comprendere la statura artistica cui giunsero, soprattutto quando, chiamati da Sergej Djagilev, ne diedero sfoggio a Parigi e nel mondo con i Ballets Russes. Cecchetti si unì alla compagnia fondata da Djagilev nel 1910 e vi restò sino al 1918, prima di concludere la sua carriera come Direttore della Scuola di Ballo proprio del Teatro alla Scala.
La danza scaligera entrò nel XX secolo anche grazie ad insigni coreografi provenienti dalla schiera di Djagilev, come Fokin e Léonide Massine. Dalla Mitteleuropa della danza libera ed espressionista arrivarono in seguito nomi nuovi, come Aurel Milloss, cui Arturo Toscanini conferì l’incarico di riallacciare le file disperse della Compagnia dopo la Seconda guerra mondiale. Per il suo repertorio, Milloss invitò importanti musicisti, insigni scenografi e pittori, ma anche ospiti famosi come George Balanchine. Tra gli anni ‘50 e ‘60, la Scala divenne un palcoscenico aperto alle stelle del panorama coreutico. Tra i coreografi Roland Petit vi debuttò nel 1963, Maurice Béjart nel 1971, tra le étoiles oltre a Carla Fracci, – amata diva internazionale del balletto sino alla sua scomparsa, nel maggio 2021 -, Liliana Cosi, Luciana Savignano, Paolo Bortoluzzi con tante altre star: da Margot Fonteyn a Yvette Chauviré, da Vladimir Vassiliev al mai dimenticato Rudolf Nureyev, dal 1965 più che legato al Teatro milanese, che custodisce in repertorio molte sue coreografie, e prediletto dal pubblico sino al fanatismo.
Intanto l’intero Balletto della Scala andava accrescendo la propria visibilità: all’Opéra di Parigi, negli Stati Uniti, al Teatro Bol’šoj di Mosca e al Mariinskij-Kirov di San Pietroburgo, in Germania, Turchia, Brasile, Spagna, Messico, Cina e Australia. Garanzia d’appeal espressivo e tecnico, due nomi di punta – Roberto Bolle, Massimo Murru – ma anche giovani Primi ballerini, Solisti e Corifei, messi in risalto in ruoli protagonistici da Elisabetta Terabust, scomparsa nel febbraio 2018. Energica Direttrice scaligera dal 1993 al 1997, la Terabust valorizzò Alessandra Ferri, Prima ballerina assoluta alla Scala dal 1992 al 2007, e fece un breve ritorno alla direzione scaligera sino al 2008. Nel 2009, Makhar Vaziev divenne il primo Direttore russo, anzi osseto, alla testa del Corpo di Ballo della Scala. Le sue linee-guida furono da subito chiare: rafforzare il più autorevole repertorio del ‘900, riprendere i classici di tradizione, spesso nelle ricostruzioni originali russe, offrire chance a giovani ballerini e coreografi, richiamare i grandi direttori sul podio della danza, sia come ulteriore attrattiva, sia come segno di quel prestigio necessario alle produzioni coreutiche scaligere.
Chiamato in Russia dal Teatro Bol’šoj, nel 2015, Vaziev lasciò una Compagnia tecnicamente ineccepibile e con la lirica Svetlana Zakharova, Prima ballerina étoile, già subentrata alla Ferri nella stagione 2007-08, nelle mani di Mauro Bigonzetti. Tuttavia questa celebre personalità italiana, da tempo attiva nel mondo, abbandonò ben presto l’incarico per subentrati problemi di salute. Dall’ottobre 2016 la leadership venne di nuovo affidata a Frédéric Olivieri (già Direttore dal 2002 al 2007). Con rinnovato slancio progettuale, Olivieri ampliò la gerarchia: Nicoletta Manni, Claudio Coviello, Virna Toppi, Martina Arduino e Timofej Andrijashenko divennero Primi Ballerini; Massimo Garon, Marco Agostino, Vittoria Valerio, Federico Fresi, Alessandra Vassallo, Christian Fagetti, Nicola Del Freo e Maria Celeste Losa solisti. Suo vanto, il connubio con il Balanchine Trust, grazie al quale ottenne, in esclusiva europea, Il sogno di una notte di mezza estate (portato spesso in tournée) e Lo schiaccianoci. Il repertorio si ampliò grazie ai più importanti nomi anche del balletto moderno e contemporaneo: da Jiří Kylián a Jerome Robbins, da Angelin Preljocaj a Wayne McGregor, con il ritorno della Ferri. L’avvicendarsi della Sovrintendenza – da Alexander Pereira a Dominique Meyer – portò con sé, nel dicembre 2020, un nuovo fuoriclasse francese alla direzione del Corpo di Ballo della Scala. E’ il parigino Manuel Legris, nominato étoile nel 1986 da Rudolf Nureyev, all’epoca alla testa del comparto coreutico del Théâtre National de l’Opéra de Paris. Formatosi alla Scuola dell’Opéra ed entrato in Compagnia saltando a più pari tutti i gradi della gerarchia grazie al suo talento, Legris è stato un autentico virtuoso; ha danzato di tutto, richiesto nel mondo, corteggiato dai maggiori coreografi, anche per la sua versatilità. Dopo aver dato l’addio alle scene dell’Opéra, ha diretto dal 2010 al 2020 lo Staatsballett di Vienna e l’annessa Accademia di danza, trasformando la Compagnia viennese in un ensemble di respiro internazionale e iniziando a creare coreografie. Al Teatro alla Scala, durante la pandemia, ha impostato seguitissimi programmi misti in streaming: ha chiamato Carla Fracci, poco prima della sua scomparsa, per una masterclass su Giselle e in seguito pure Alessandra Ferri. Le linee-guida della sua direzione mantengono fermo il perno della tradizione e si aprono al nuovo. Che vuol dire anche largo ai giovani e a rapidi passaggi di ruolo, anche per “gli aggiunti”, con Nicola Del Freo, Marco Agostino e Alice Mariani diventati Primi Ballerini e Camilla Cerulli, Linda Giubelli, Gaia Andreanò, Agnese Di Clemente, Caterina Bianchi, Mattia Semperboni, Navrin Turnbull, Domenico Di Cristo e Gabriele Corrado nuovi solisti. Un buon inizio ha sempre nomi, volti e corpi da conoscere, e da esaltare grazie al linguaggio coreografico.
I AREA: 40€ + 5€ prev. II AREA: 35€ + 3€ prev.
Visualizza la pianta coi posti.
In caso di condizioni atmosferiche avverse, gli spettacoli potranno avere luogo la sera stessa al Teatro Sociale di Como. In caso di sospensione dopo l’inizio dello spettacolo, non si avrà diritto ad alcun rimborso.
Ogni settore dell’Arena corrisponde a un settore del Teatro:
- chi ha acquistato un biglietto nella I AREA troverà posto in platea/ palchi;
- chi ha acquistato un biglietto nella II AREA troverà posto nelle gallerie.