Il fotografo comasco Gin Angri ha sempre trovato nella fotografia il modo più diretto per entrare nelle cose e raccontare gli altri, una specie di lasciapassare.
Grande esperto di “fotografia sociale”, fissa spesso il suo obiettivo verso coloro che la società spesso relega tra gli esclusi o gli invisibili.
Human touch è la carezza che Angri sente di ricevere quando fotografa quelle situazioni a volte dure, difficili e messe ai margini, ma da dove trapela quell’umanità altrimenti spesso difficile da cogliere, come una carezza è l’immagine di una ragazzina che gli offre la collana di fiori di gelsomino.
Questa selezione comprende fotografie realizzate in India, Mozambico e in Etiopia, nell’ex Ospedale Psichiatrico San Martino di Como, nell’ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mn), nel carcere di san Vittore di Milano e a Como.
Gin Angri tra gli anni Ottanta e Novanta vive in Mozambico, dove documenta la dura vita di quella nazione, da pochissimi anni indipendente, ma subito alle prese con una durissima guerra civile e crisi ambientali. Tornato in Italia si dedica a temi di attualità, realizzando reportage all’estero, a Sarajevo durante l’assedio, in Etiopia e in Somalia, e a tematiche sociali, prima fra tutte nell’ambito psichiatrico, con la pubblicazione di libri, tra i quali “Donne cancellate” frutto di un lungo lavoro di ricerca nelle cartelle mediche dell’archivio dell’ex Ospedale Psichiatrico san Martino di Como, e con la direzione della rivista “Oltre il giardino” che nasce all’interno del centro diurno del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze della città.
Attualmente fa parte del collettivo fotografico “BuenaVista Photo”.
Ingresso libero
6 settembre – ore 18.30 inaugurazione
L’installazione sarà visitabile, ad ingresso gratuito, dal 7 al 29 settembre, nei seguenti orari:
martedì e giovedì ore 10.00-14.00; mercoledì e venerdì ore 16.00-19.00; sabato e domenica ore 10.00-18.00