dal romanzo di Michela Murgia
Drammaturgia Carlotta Corradi
con Anna Della Rosa
Regia Veronica Cruciani
Produzione Savà Produzioni Creative, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
A pochi mesi dalla scomparsa di Michela Murgia, mercoledì 15 novembre alle ore 20.30 il Teatro Sociale di Como porta in scena con grande emozione Accabadora, uno dei più bei romanzi della famosa scrittrice e attivista sarda.
Accabadora è anche uno dei libri più letti in Italia negli ultimi anni e vincitore del Premio Campiello 2010.
Veronica Cruciani ha avuto l’intuizione di immaginarlo in scena, come un monologo dal punto di vista di Maria, la figlia di Bonaria Urrai, l’accabadora di Soreni, che l’autrice pone al centro del libro.
Il testo teatrale scritto da Carlotta Corradi è fedele all’originale, ma elaborato con tale sensibilità che anche Michela Murgia stessa era stata pienamente soddisfatta. Protagonista della pièce è l’attrice Anna Della Rosa.
Michela Murgia racconta una storia ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, dove Maria all’età di sei anni viene data a fill’e anima a Bonaria Urrai, una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora. La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo acabar che significa finire, uccidere; Bonaria Urrai aiuta le persone in fin di vita a morire.
Maria cresce nell’ammirazione di questa nuova madre, più colta e più attenta della precedente, fino al giorno in cui scopre la sua vera natura. È allora che fugge nel continente per cambiare vita e dimenticare il passato, ma pochi anni dopo torna sul letto di morte della Tzia. L’accudimento finale è uno dei doveri dell’essere figlia d’anima, una forma di adozione concordata tra il genitore naturale e il genitore adottivo.
La drammaturgia di Carlotta Corradi parte proprio dal ritorno di Maria sul letto di morte di Tzia Bonaria. C’è un tempo di separazione tra le due donne che pesa in questo incontro. La verità, la rabbia che la ragazza ancora prova per il tradimento subito dalla Tzia viene a galla prepotentemente, nonostante gli sforzi che Maria compie per galleggiare tra i migliori ricordi dell’infanzia accanto alla lunga gonna nera della Tzia.
NOTE DI REGIA
di Veronica Cruciani
«Da subito ho immaginato il dialogo tra Maria e Tzia Bonaria come un dialogo tra sé e una parte di sé, tra una figlia e il suo genitore interiore. Per questo ho voluto realizzare uno spazio astratto, mentale, nel quale Maria cerca di rielaborare la morte della madre adottiva. Ciò darà origine ad un conflitto tra due aspetti di Maria: la parte rimasta bambina e la parte che deve diventare adulta. Il video mi ha permesso di rendere visibile le dinamiche emotive e relazionali tra queste due parti. La pedana sospesa crea una divisione tra l’attrice e il pubblico, è la gabbia mentale in cui Maria è intrappolata e di cui riuscirà a liberarsi soltanto alla fine, compiendo il fatidico gesto richiesto dalla madre. O meglio, ripetendolo davanti alla sua coscienza – e a noi pubblico – che la assolverà. Lo spettacolo, visto come una rêverie che si ripete ogni giorno uguale a se stessa, troverà in questa sofferta ripetizione del gesto la sua risoluzione, permettendo a Maria di uscire dall’ossessione e di andare in una nuova direzione di vita».
Veronica Cruciani è regista e attrice, diplomata alla Civica Scuola Paolo Grassi. Nel 2004 fonda la Compagnia Veronica Cruciani, con cui conduce un’indagine sul rapporto fra memoria e drammaturgia contemporanea.
Ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra i quali il Premio della Critica per il miglior testo italiano con Il Ritorno, il Premio Hystrio-ANCT 2011 e il Premio Hystrio alla regia 2022.
È stata direttrice artistica del Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma (2013-2019).
Nel 2015 il Teatro di Roma produce la sua regia di Preamleto di Michele Santeramo e il Teatro Carcano di Milano quella di Due donne che ballano di Josep Maria Benet.
Nel 2021 debutta con La Febbre di W.Shawn interpretato da Federica Fracassi e prodotto dal Teatro di Roma e ERT.
La sua ultima regia è La Dodicesima Notte di Shakespeare prodotta dal Teatro Stabile del Veneto.
Anna Della Rosa, diplomata alla scuola d’arte drammatica Paolo Grassi, si specializza con Luca Ronconi e Massimo Castri. Debutta al Teatro Greco di Siracusa con Peter Stein. Interprete protagonista in molti spettacoli, ha collaborato con grandi registi italiani e internazionali come Toni Servillo, Lluis Pasqual, Pascal Rambert, Valter Malosti, Martin Kusej, Andreè Ruth Shammah, Marco Bellocchio, Marco Baliani, Veronica Cruciani, Davide Livermore, Jacopo Gassmann, Simone Toni. Vince il Premio ETI Gli Olimpici del Teatro come migliore attrice emergente, il Premio Virginia Reiter, il Premio Marisa Bellisario e il Premio Duse come migliore giovane attrice di teatro. È finalista al Premio Ubu come miglior attrice nel 2008 per il ruolo di Giacinta ne La Trilogia della Villeggiatura, regia di Toni Servillo, e nel 2021 per le sue interpretazioni di Cleopatràs di Giovanni Testori con la regia di Valter Malosti e di Sorelle, scritto e diretto da Pascal Rambert.
Nell’ambito degli audiolibri è la voce di Via col vento di Margaret Mitchell e di Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi.
È la Ragazza Esangue nel film premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino.
RECITE
mercoledì, 15 novembre 2023 – ore 20.30 Prosa off
PREZZI
Posto unico 20€+ prev.
Under18 / tariffa Inteatro 10€